Natura

La salamandra alpina

La salamandra alpina, o salamandra nera (Salamandra atra), è una specie meno diffusa della più conosciuta salamandra pezzata (Salamandra salamandra), la troviamo esclusivamente sull’arco alpino fino alle Alpi Dinariche dell’Albania.

 

La pelle: un organo molto importante

Il suo nome comune deriva dal nero intenso che caratterizza il suo manto. Il colore della pelle degli animali deriva dalla presenza di cellule specializzate contenenti pigmenti, i cromatofori. La maggior parte degli anfibi possiede tre tipi di pigmento: i melanofori responsabili del colore scuro nero o marrone, xantofori per il rosso e il giallo e iridofori che permettono di riflettere più colori. La salamandra alpina si è evoluta perdendo la capacità di sintetizzare gli ultimi due, probabilmente come adattamento per difendersi dalla forte radiazione solare presente ad alta quota.

Altri caratteri distintivi sono la doppia serie di ghiandole lungo la linea vertebrale e le grandi ghiandole parotidi posizionate dietro gli occhi. Questi organi producono un secreto necessario all’idratazione della pelle, che negli anfibi svolge un importantissimo ruolo respiratorio, ma che grazie alla sua composizione ricca di alcaloidi funge anche da potente antibiotico nei confronti di funghi e batteri, nonché da difesa nei confronti della predazione.

 

Riproduzione senz’acqua

La salamandra alpina vive nei pascoli d’alta quota e ai margini dei boschi, ambienti in cui l’acqua in forma liquida non è sempre disponibile. Per adattarsi a questa condizione ha evoluto un comportamento notturno-crepuscolare ed ha slegato completamente la sua riproduzione dalla presenza d’acqua. Si tratta di un animale obbligatoriamente ovoviviparo, ovvero che non depone uova, ma partorisce direttamente i propri piccoli. A fine primavera, con la fusione delle nevi, le salamandre escono dai loro rifugi invernali e cercano un partner per l'accoppiamento. L'accoppiamento si svolge come una complicata danza in cui il maschio cattura la femmina, depone una capsula contenente gli spermatozoi, la spermatofora, e induce la compagna a spostarsi su di essa accogliendola nel proprio corpo, dove può rimanere fertile per più di un anno. La gestazione in questa specie è estremamente lunga, dura dai 2 ai 4 anni, in questo periodo 2 o 3 uova fecondate si schiudono nel corpo della madre e proseguono lo sviluppo. In una prima fase si nutrono delle altre uova, per poi consumare direttamente l’epitelio della madre. Al momento della nascita i piccoli sono perfettamente formati, pronti a intraprendere la propria vita indipendentemente, raggiungendo potenzialmente la veneranda età di 15 anni.

 

I progetti del parco

Questa piccola specie non si trova fortunatamente in pericolo di estinzione, il Parco delle Orobie Valtellinesi ha comunque deciso di dedicarsi nel 2008 ad un progetto chiamato “SALAMANDRA NERA” con lo scopo di approfondire l’ecologia ed il comportamento dell’anfibio e definire la sua distribuzione reale all’interno dei confini del parco.

 

Bibliografia:

  • BALZARINI, Lucio LM; FERRI, Vincenzo. Il Progetto SALAMANDRA NERA del Parco delle Orobie Valtellinesi (Lombardia, Sondrio). In: Atti VIII Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica. 2010.
  • LANZA, Benedetto; NISTRI, Annamaria; VANNI, Stefano. Anfibi d'Italia. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; Istituto Superiore per la protezione la ricerca ambientale, 2009.