- Superficie (ha):
- 3143,3
- Quota minima (m s.l.m.):
- 346
- Quota massima (m s.l.m.):
- 2976
l territorio del SIC coincide quasi totalmente con il bacino imbrifero del torrente Armisa e si estende dai circa 300 metri s.l.m. del fondovalle, dove la Val d'Arigna sbocca nell'Adda, fino ai circa 2900 m della sua testata.
I ghiacciai che occupavano la valle, con la loro azione erosiva, le diedero una forma ad U ma dopo la fine delle glaciazioni, circa 10.000 anni fa, assunse l'attuale aspetto, più stretto e ripido, a causa dall'incisione operata dalle acque di scorrimento superficiale.
La vegetazione naturale che riveste i ripidi versanti cambia velocemente seguendo le variazioni di quota e passa dai boschi ripariali lungo l'Adda a quelli di latifoglie e successivamente di conifere, poi alle praterie di alta quota e infine alle pietraie e alle nevi eterne.
Nonostante le quote non molto elevate – solo in 3 punti si superano i 3000 metri di quota - la Val d'Arigna contiene alcuni fra i migliori esempi di glacialismo presenti lungo la dorsale delle Orobie, grazie all'effetto combinato delle abbondanti nevicate invernali, dei ripidi versanti che scaricano numerose valanghe e della forma stretta e incassata delle valli che riduce la fusione estiva delle nevi.
I ghiacciai della Val d'Arigna sono ottimi indicatori dei cambiamenti climatici in atto, perché, grazie alla loro conformazione, hanno tempi di risposta molto più brevi rispetto ai ghiacciai più grandi. Il Ghiacciaio del Lupo è stato scelto, insieme ad altri 7, come “ghiacciaio laboratorio” dal Servizio Glaciologico Lombardo per lo studio delle variazioni di massa..
L'impronta dell'uomo sulla Val d'Arigna si manifesta soprattutto negli alpeggi di quota, i sentieri e le strade, gli sbarramenti artificiali e le opere idrauliche.
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