La Valle del Livrio è attraversata dal torrente omonimo, che si immette nell'Adda a Caiolo. Antiche contrade celate dalla folta vegetazione, mulattiere cariche di storia, scorci di un ambiente selvaggio, vedute su vette e vallate ai più sconosciute è quello che si può trovare in questa valle. Quando gli alberi lasciano spazio al pascolo, si apre una vista spettacolare sul Corno Stella.
Anche in questa valle anticamente si estraeva e lavorava il ferro, che veniva trasportato nella località che ha preso il nome “Fusine”
Una grande importanza ha la formazione a latifoglie che include aceri, tigli, frassini, ciliegi, olmi e faggi, presenti negli ambienti più umidi. Il 70 % della superficie della valle è ricoperta da boschi tra cui le foreste di Larice e le foreste di abete rosso.
La chiesa di San Salvatore
La chiesa di San Salvatore una delle chiese più antiche della Valtellina ed è considerata un monumento nazionale. Secondo la tradizione, la sua costruzione risalirebbe al VI secolo d.C., si parla l’esistenza di una lapide che attesterebbe la sua edificazione nel 537 d.C. anche se le prime testimonianze certe risalgono al XII secolo.
Attorno a essa sono nate diverse leggende e tradizioni. La più oscura riguarda il presunto omicidio di un parroco presso l'altare della chiesa, mentre la più curiosa si riferisce alla conservazione, nell'ossario sul lato meridionale della chiesa, di diversi teschi di dimensioni superiori alla media. Si credeva che questi teschi avessero poteri sovrannaturali, in grado di influenzare il meteo.
La via Cavallara
La salita attraverso la valle è piuttosto lunga, ma presenta un notevole fascino storico, poiché ci permette di percorrere la "Via Cavallera".
Questa antica strada, in uso fin dalla fine del Cinquecento, era frequentata dai mercanti che, per sfuggire alle tasse imposte al passo di San Marco sulla recentemente inaugurata Via Priula, risalivano al passo di Publino dalla bergamasca. Da lì, scendevano in Valtellina, per poi continuare verso i Grigioni. Anche durante il periodo tra le due guerre mondiali, i mercanti valtellinesi utilizzavano questa via.
Fonte: Alpi Orobie Valtellinesi, montagne da conoscere a cura di Guido Combi