Il corso del torrente Bitto è unico solo nel tratto finale, quando l'acqua percorra una stretta forra e sbocca a Morbegno. Nel tratto centrale, invece, il Bitto si biforca in due rami principali: di Gerola a Ovest e Albaredo a Est; per questo si parla di "Valli del Bitto".
La Valle di Gerola, che culmina con il Pizzo Tre Signori, trae il nome dal dialetto valtellinese “gera”, che significa “ghiaia” e sarebbe stato dato dagli abitanti in seguito alle alluvioni del Bitto.
La Val Gerola è una testimonianza di un rapporto antico tra l’uomo e l’ambiente che lo ospita.
I primi abitanti si sono dedicati all’estrazione e lavorazione del ferro, come dimostrano i resti di miniere e forni.
Chi visita questi luoghi rimane sicuramente colpito da resti di fortificazioni, camminamenti, gallerie, strade. Sono i resti della Prima Guerra Mondiale. Ma come mai così lontano dal fronte che correva dallo Stelvio all'Adamello? Il comando italiano temeva un'invasione dell'esercito austrotedesco dalla Svizzera, di cui non si fidava. Per questo era stata approntata una linea difensiva preventiva che partiva dalle prealpi varesine e comasche e presso il Forte del Montecchio, Colico, si saldava alla difesa orobica: questo sistema è la "Linea Cadorna".
Ad inizio del 1900 si affermò la produzione di energia idroelettrica per servire le industrie della Pianura Padana.
Gallerie, infrastrutture idrauliche, dighe e condotte oggi ne sono la testimonianza.
Ma la vera ricchezza della valle da sempre proviene dall’allevamento del bestiame, organizzato in un’antica struttura chiamata Mùunt che ha determinato le caratteristiche tipiche del formaggio del Bitto.
La vegetazione è stata sempre una risorsa fondamentale: dalla legna, oltre che il riscaldamento e materiale di costruzione, si otteneva il carbone per per attività siderurgiche e per le cucine dei centri cittadini. La corteccia veniva venduta per la concia delle pelli o per ricavarne pece; dai alrici veniva ricavata la trementina.
Le popolazioni hanno trovato da sempre un saggio equilibrio tra sfruttamento e conservazione di una risorsa così importante: hanno costituito i "téns", i boschi in cui era proibito tagliare alberi.
Fonti: "Alpi Orobie Valtellinesi. Montagne da conoscere" a cura di Guido Combi, 2011