Appena al di sotto degli ambienti rupestri, dove la morfologia del versante permette un certo accumulo di suolo, si formano le praterie alpine, caratterizzate da una cotica erbosa continua.
La prateria naturale d'alta quota (2500 e i 2700 m) che si insedia su suoli acidi nelle Alpi è il "curvuleto" che prende il nome dalla specie più abbondante Carex curvula, facilmente riconoscibile per le foglie sottili che in estate si disseccano e si arricciano a causa di un fungo che le parassita.

Questa prateria è tuttavia poco rappresentata sulle Orobie Valtellinesi, perché alle quote in cui vegeta sono spesso già presenti ambienti rocciosi. Più comune, invece, sui pendii assolati è il "festuceto" a Festuca scabriculmis, erba ispida che forma grossi cespi e che localmente prende il nome di "visega" o "cèra".

Oltre alle caratteristiche Pulsatilla alpina e Genziana kochiana che colorano di giallo e viola questi ambienti, troviamo sulle Orobie anche due specie rare in provincia di Sondrio: Allium victorialis e Anemone narcissiflora.

Nei pascoli prevale Nardus stricta, una graminacea poco appetita dal bestiame e resistente al calpestio che prende il sopravvento quando si ha un sovraccarico di bestiame. Quando invece il pascolo è sfruttato razionalmente il "nardeto" ospita colorate fioriture come quelle di Arnica montana, Gentiana punctata, Trifolium alpinum.

In estate la prateria alpina si riempie di vita. Fiori e animali appaiono come dal nulla non appena si scioglie la neve. La marmotta (Marmota marmota) esce dalle profonde tane in cui ha trascorso il letargo, il camoscio (Ripicapra rupicapra) risale dal bosco dove ha trovato cibo, il culbianco (Oenanthe oenanthe), piccolo uccello migratore, torna dall'Africa dove ha svernato.

Codirossi spazzacamini (Phoenicurus ochruros) e spioncelli (Anthus spinoletta) ritornano ad alimentarsi di insetti, cibo molto abbondante nella bella stagione.

Con un po' di fortuna ci si può imbattere in un ermellino (Mustela erminea) che rincorre tra i sassi la sua preda preferita: l'arvicola delle nevi (Chionomys nivalis), mentre più difficile è avvistare la lepre variabile (Lepus timidus), di giorno sempre ben nascosta per eludere l'attenzione dell'aquila reale che sorvola radente la prateria.
A causa dei mutamenti ambientali dovuti all'abbandono delle attività tradizionali in montagna è diventato invece sempre più difficile poter osservare le coturnici (Alectoris graeca) spostarsi lungo i pendii assolati.

La vita alle alte quote è più difficile per gli animali a sangue freddo, per questo la salamandra nera (Salamandra atra) e la lucertola vivipara (Zootoca vivipara) per potersi riprodurre hanno adottato la stessa strategia riproduttiva: invece di deporre le uova, come la maggior parte degli Anfibi e Rettili, le trattengono all'interno del loro corpo che assicura il calore necessario alla schiusa e danno così alla luce piccoli già in grado di muoversi alla ricerca cibo.